Smarrirsi per poi orientarsi: landmark calling

di Andrea Roscini sopra February 04, 2022  in 23bassi homearchitettura italianadesignlandmarkSegna cittàsegnalibrisegnaposto

In un’era in cui le città si navigano rapidamente e facilmente con lo smartphone e le informazioni possono essere trovate in pochi minuti, come ci orienteremmo se fossimo privati di qualsiasi dispositivo e non avessimo dei landmark?

Vi sfido un giorno ad uscire per la vostra città, il vostro paese e notare come, vagando per gli spazi urbani, indirettamente il vostro percorso sia definito da degli elementi consolidati e chiari nel vostro immaginario visivo.
Questo accade perché avete definito il vostro senso del luogo, reso leggibile la vostra città identificando diversi landmark, ovvero dei punti di riferimento che vi permettono di orientarvi nel paesaggio urbano.
La New York City Landmarks Preservation Commission ha definito un landmark come "un edificio, una proprietà o un oggetto che ha un carattere speciale o uno speciale interesse storico o estetico o valore come parte dello sviluppo, del patrimonio o delle caratteristiche culturali della città, dello stato o della nazione".

New York City Landmarks Preservation Commission

Discover New York City Landmarks

Un landmark, al contrario di quanto si possa pensare, quindi, non è per forza qualcosa di vistoso, può essere un monumento o anche un elemento naturale che arricchisce le nostre esperienze degli ambienti urbani.
Questo aspetto dipende anche dal tipo di spettatore: turista o abitante?
I landmark non devono essere enormi per essere impressionanti nella mente degli abitanti locali, al contrario un turista ricerca un elemento più scenografico e probabilmente molto conosciuto.
Esempio plateale è ciò che accade per la città di Milano, ma così come per tante altre città italiane.
Qualsiasi persona visiti per la prima volta Milano si dirigerà in piazza Duomo e verterà tutta la sua visita della città stabilendo distanze e percorsi intorno a quel punto di riferimento. Per un abitante di Milano invece Piazza Duomo è il riferimento mainstream, quello in cui tutti vogliono una foto ricordo con tanto di piccioni svolazzanti.
Un abitante milanese, al contrario, ha come maggior riferimento qualcosa di più semplice: le fermate delle metro. Se nomini Garibaldi, l’abitante medio non penserà solo a quell’insegna verde a lettere cubitali bianche, penserà a tutto ciò che le ruota intorno: Biblioteca degli Alberi, Piazza Gae Aulenti, Torre Unicredit, Corso Como e via dicendo.

 

 @Andrera Roscini

E ancora, potremmo dire che landmark monumentali di Milano sono sicuramente Castello Sforzesco o l’Arco della Pace, ma lo è anche un intero quartiere come quello di Brera, perché quando si passeggia per Brera lo si capisce.
Dalle cartolerie di belle arti sparse qua e là alle piccole boutique di oggetti di design e moda, dai locali che si susseguono con i dehor nelle vie interne allo storico palazzo della Pinacoteca di Brera.
Il concetto di landmark è stato studiato anche da un importante teorico urbanista, Kevin Lynch che ha racchiuso questa teoria nel suo libro “L’immagine della città” (1960), definendo lo spazio urbano come un luogo di percezioni, ovvero di quelle associazioni che il visitatore può creare tra le immagini della città che sperimenta e i ricordi che vi associa.
In parole povere è come se ognuno di noi creasse delle proprie mappe mentali in cui organizzare le informazioni spaziali secondo l’esperienza diretta dei luoghi. Forse è proprio qui che si cela la poetica dell’architettura: la possibilità di creare rapporti singolari tra l’osservatore e l’ambiente circostante. Le città ci suggeriscono relazioni, ma sta a noi osservatori selezionare le informazioni ed attribuire un significato a ciò che vediamo.
Vi sfido nuovamente: smarritevi e guardatevi intorno come se fosse la prima volta, identificando i vostri landmark e creando la vostra unica mappa mentale.
23Bassi ha già creato la propria mappa per portarvi in giro con la storia dell'architettura italiana. I landmark selezionati, per creare i Segna-città, sono quei monumenti che crediamo si dovrebbero aver visto almeno una volta nella vita e che nella nostra esperienza di spettatori hanno caratterizzato i tour delle città italiane. Come la Mole Antonelliana che, muovendoci per le strade di Torino, diveniva un punto cardine, riuscendo a scovarla e apprezzarla anche da grandi distanze. Se fossi indeciso su cosa fare questo weekend, fossi in te, sceglierei una delle città disegnate per tracciare il tuo landmark tour!

Mariachiara Cocchiararo

 

 

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Questo articolo fa parte del Blog "Storie di casa", un progetto di racconto curato da 23bassi.

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